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14 Aprile 2022

 

Busta paga 2022: cosa cambia con l’assegno unico?

 

Le novità fiscali e previdenziali introdotte dalla Legge di bilancio 2022, insieme all’introduzione dell’assegno unico e universale, hanno modificato la busta paga di milioni di cittadini italiani.
Vediamo insieme quali sono le principali novità in merito.

Busta paga 2022: assegno unico
Con l’introduzione dell’assegno unico e universale, a partire dallo stipendio di marzo 2022, gli assegni al nucleo familiare per nuclei con figli sono stati sostituiti con l’erogazione da parte dell’Inps della nuova misura, previa domanda da effettuare direttamente all’Istituto di Previdenza.
Gli assegni per nuclei familiari senza figli continueranno ad essere erogati nel cedolino da NoiPA. Sempre a partire dallo stipendio di marzo 2022, le detrazioni fiscali sono automaticamente riconosciute soltanto per i figli con 21 anni compiuti entro il 31 marzo 2022, se già presenti in banca dati NoiPA.

Busta paga 2022: la riforma IRPEF
Una delle principali novità introdotte dalla nuova Legge di bilancio che hanno interessato la busta paga di milioni di cittadini italiani è sicuramente la riforma IRPEF che ha modificato le aliquote, passate da cinque a quattro.
Mentre l’aliquota del primo scaglione IRPEF (fino a 15 mila euro) è rimasta al 23%, le restanti sono state modificate nel seguente modo:
• per i redditi da 15.000 a 28.000 euro l’aliquota fiscale si abbassa dal 27% al 25%;
• per i redditi fino a 50.000 euro l’aliquota del 38% si riduce al 35%;
• per i redditi oltre i 50.000 euro è prevista un’unica aliquota pari al 43%.

Busta paga 2022: la rimodulazione delle detrazioni
Nel 2022 è stato modificato anche il sistema di calcolo delle detrazioni da lavoro dipendente; infatti, è stata ampliata la prima soglia di reddito cui si applica la detrazione, da 8 mila euro a 15 mila euro.
Per la seconda soglia di reddito, che passa da 15.000 a 28.000 euro, la misura della componente fissa della detrazione passa da 978 a 1.910 euro e viene modificata la modalità di calcolo della componente variabile, che è pari a 1.190 euro per un reddito di 15.000 euro e che decresce, all’aumentare del reddito, fino ad annullarsi raggiunti i 28.000 euro.
La terza e ultima soglia di reddito per cui spetta la detrazione si abbassa da 55.000 a 50.000 euro; tuttavia la detrazione massima per tali redditi passa da 978 a 1.910 euro. In particolare, tale detrazione ammonta a 1.910 euro per redditi pari a 28.000 euro e decresce fino ad annullarsi alla soglia dei 50.000 euro.
Infine, è stato previsto un aumento di 65 euro della detrazione applicabile alla fascia di reddito tra 25.000 e 35.000 euro.

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