02 Marzo 2022
Al via l’esonero contributi invalidità, vecchiaia e superstiti. Ecco come funziona.
Per il 2022 parte il nuovo esonero contributi per i lavoratori dipendenti: lo ha previsto l’ultima Legge di Bilancio a patto che la retribuzione mensile del lavoratore non superi una certa soglia.
Si tratta di uno sconto dello 0,8% sulla quota di contributi previdenziali dovuti per invalidità, vecchiaia e superstiti a carico di tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato.
Ma chi sono esattamente i beneficiari di questo esonero contributi e quanto risparmiano esattamente?
Esonero contributi lavoratori: Di cosa si tratta?
Il nuovo esonero straordinario dal pagamento dei contributi introdotto dalla Legge di Bilancio 2022 consiste in uno sconto sulle trattenute in busta paga per finanziare la pensione d’invalidità, vecchiaia e superstiti (contributi IVS). Secondo la nuova disposizione normativa (art. 1 comma 121) il lavoratore riceverà, solo per quest’anno, uno stipendio netto più alto rispetto al 2021. La riduzione sulla quota contributiva dovuta dal lavoratore è pari allo 0,8% e si applica, in via temporanea ed eccezionale, al solo periodo di paga che va dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022.
Esonero contributi lavoratori: Chi ne ha diritto?
I destinatari di questa misura eccezionale sono tutti i dipendenti sia del settore pubblico che del privato, con la sola esclusione del lavoro domestico, che rispettino determinati limiti retributivi. L’esonero è infatti riconosciuto solo a chi percepisce nel corso del 2022 uno stipendio medio mensile, compreso del rateo della tredicesima mensilità, non superiore a 2.692 euro. Più precisamente il limite è quello riferito alla “retribuzione imponibile”, quindi a tutte le somme erogate al lavoratore a fronte della prestazione lavorativa su cui si calcolano le trattenute dei contributi: paga base, scatti di anzianità, provvigioni, straordinari e così via. In altre parole, a beneficare dell’esonero straordinario sono i lavoratori con una retribuzione, calcolata su 13 mesi e al lordo dei contributi, sotto i 35.000 euro all’anno (34.996 per l’esattezza: 2.692×13).
Come funziona l’Esonero dei contributi per i lavoratori?
L’esonero è da impiegarsi su base mensile e, per tale ragione, anche il limite retributivo dei 2.692 euro sul quale applicarlo è su base mensile. Se quindi in un mese il lavoratore percepisce più della soglia prevista, superandola anche solo di un euro, non gli verrà riconosciuto il beneficio sullo stipendio di quel mese (anche se complessivamente raggiunge una retribuzione inferiore a 35.000 euro annui). Ma attenzione, la norma prevede espressamente che la soglia sia determinata su tredici mensilità e per questo motivo, con riferimento al solo mese di dicembre, il tetto mensile viene raddoppiato a 5.384 euro. Non vale lo stesso discorso per i lavoratori che percepiscono la quattordicesima a giugno per i quali il limite rimane comunque quello della retribuzione mensile i quali, superato sicuramente a causa del rateo aggiuntivo, non potranno ottenere l’esonero in quel mese. Nella pratica, poi, l’aumento effettivo in busta paga dovrebbe trovare applicazione da febbraio-marzo con eventuale recupero del pregresso.
A quanto ammonta l’esonero?
L’esonero introdotto si applica solo alla quota di contributi IVS a carico del lavoratore e non anche a quella in capo al datore di lavoro. Dal 2007, infatti, la contribuzione previdenziale INPS è pari al 33% della retribuzione di cui due terzi (23,81%) sono a carico del datore di lavoro (o committente) e un terzo (9,19%) è a carico del lavoratore. In pratica, il dipendente che nel 2021 ha versato il 9,19% di contributi si troverà quest’anno a pagare lo 0,8% in meno, quindi l’8,39%. Trattandosi di percentuali da calcolare sulla retribuzione, tra l’altro, più questa sarà alta maggiore sarà lo sconto da applicare.
Quanto si risparmia realmente?
L’esonero in questione va visto alla luce nuove detrazioni fiscali introdotte dalla Legge di Bilancio 2022. In buona sostanza, si tratta di guardare questa agevolazione alla luce anche della riforma Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) che, di fatto, ha previsto nuovi scaglioni e aliquote. Poiché questa agevolazione, se da una parte diminuisce i contributi da pagare, dall’altra aumenta l’imponibile fiscale su cui si paga l’Irpef (più avrò in busta paga, più dovrò pagare a titolo d’imposta). Ovviamente per farsi un’idea reale bisogna prendere in considerazione le fasce retributive interessate da entrambe le novità, previdenziale e fiscale. In base alle simulazioni recenti, infatti, la combinazione tra i due interventi dovrebbe favorire soprattutto le retribuzioni fino 17.250 euro. In tal caso il lavoratore in busta paga vedrà un incremento pari a 409 euro (318 euro per il regime fiscale più favorevole e 90 euro per l’esonero contributivo).
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